La corruzione: un fenomeno distruttivo



Papa Francesco: “La corruzione, un cancro che impoverisce tutti”.
Sergio Mattarella: “La corruzione si combatte solo con l’impegno di tutti”. 

Affrontare un discorso di così vasto raggio non è semplice, un fenomeno in continua evoluzione e difficile da arrestare, mutevole, che riesce ad insediarsi lì dove il denaro circola in grandi quantità, e gli scandali che ne fanno testimonianza sono molti, ma sicuramente una posizione di rilievo l’assume il caso di Mani Pulite dei primi anni '90: un giro di “mazzette” con cui “comprare” esponenti politici per vincere un appalto.

E questi ultimi si sono nascosti dietro parole che avrebbero dovuto giustificare il loro comportamento, volto al “bene del partito”, per il suo finanziamento. Antonio Di Pietro, all’epoca magistrato, con il suo lavoro nell’arco di pochi anni ha smantellato completamente la scena politica italiana, disgregando partiti politici che avevano guidato l’Italia sin dalla fine del secondo conflitto mondiale, come quello socialista, comunista, o quello democristiano.

La corruzione ha alla base almeno due parti, il corrotto ed il corruttore, i quali stipulano un contratto illecito a discapito di terzi. Per corrompere non è necessario solo il denaro: è sufficiente qualsiasi bene o servizio; che si tratti di viaggi, immobili, gioielli, prestazioni sessuali; offerti in cambio di favori con grande danno alla collettività.

La Corruzione uccide la meritocrazia, toglie futuro ai giovani, intacca la forza della spesa pubblica, peggiora i servizi, con il tempo, abbassandone la qualità. È una malattia che dà a chi ha, e toglie a chi potrebbe avere, ed è anche difficile da scoprire: le parti corrotte non hanno alcuna intenzione di far venire allo scoperto quanto concordato.

Esiste, in Italia, uno specifico ente contro la corruzione: l’ANAC, che, con il suo lavoro, ha contribuito ad un netto miglioramento della situazione, risollevando, in soli sette anni, il Paese di ben venti nel ranking di trasparenza delle proprie attività, portandolo dal 71° posto, cui versava nel 2012, al 51° all’anno 2019.

A.P.

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